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23 giugno 2022

Come ridurre l'impatto ambientale della plastica

Come ridurre l’impatto ambientale della plastica: possibili ambiti di intervento

La plastica è un materiale estremamente versatile, resistente e duraturo, che trova applicazione in tantissimi settori, sia in ambito industriale che domestico, e da diversi anni è ormai entrato a far parte della nostra vita quotidiana. L’impatto ambientale della plastica è legato principalmente al suo smaltimento: non essendo biodegradabile, infatti, può risultare dannosa se gettata e dispersa in grandi quantità nell’ambiente.

Uno smaltimento non corretto, e quindi un eccessivo accumulo di plastica, può mettere a rischio l’equilibrio dell'ecosistema, inquinando mari, fiumi e laghi, ma anche aree naturali, parchi e aree urbane. Per ridurre l’impatto ambientale della plastica e contenere gli sprechi e le emissioni di CO2, è consigliabile scegliere prodotti realizzati con plastiche riciclate, che hanno un impatto notevolmente inferiore rispetto a quelli ricavati da materia prima vergine, e impegnarsi per una raccolta differenziata corretta e consapevole. 


Ma come si può intervenire, nello specifico, per ridurre l’impatto ambientale della plastica ed evitare sprechi? Scopriamolo insieme! 

Impatto ambientale della plastica: come ridurre emissioni e sprechi

Pensare realisticamente a un mondo senza plastica oggi è praticamente impossibile. L’invenzione delle materie plastiche ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, cambiando radicalmente i nostri stili di vita e gli oggetti di uso quotidiano. Nel corso degli anni però, la logica dell’usa e getta e una scarsa attenzione al riciclo dei prodotti in plastica hanno messo a dura prova l’ambiente e gli ecosistemi, in particolare quelli marini. Il percorso verso una maggiore sostenibilità ambientale non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma richiede l’impegno di tutti, anche attraverso semplici accorgimenti o azioni da introdurre nella vita quotidiana, sul posto di lavoro o tra le mura domestiche. Cosa si può fare quindi per ridurre l’impatto ambientale della plastica? 

  1. scegliere prodotti realizzati con plastica riciclata ed ecosostenibile: l’impatto ambientale della plastica è legato a uno smaltimento non corretto, ma anche alla produzione di plastica vergine (con l’utilizzo di  prodotti chimici derivanti da petrolio, carbone e gas naturale), che implica notevoli emissioni di CO2. Per ridurre l’impatto sull’ambiente è quindi possibile intervenire scegliendo imballaggi e prodotti ricavati da plastica riciclata, più sostenibili e a loro volta riciclabili per la realizzazione di nuovi prodotti; 
  2. impegnarsi per una corretta gestione del fine vita e una raccolta differenziata più consapevole per ridurre la produzione di nuova plastica e risparmiare risorse naturali e materie prime. Grazie al riciclo i rifiuti in plastica possono essere trasformati in risorse preziose: dopo essere state raccolte, avviate al riciclo e trasformate in appositi impianti, le materie plastiche vengono trasformate in nuovi prodotti, oppure avviate al recupero energetico tramite termovalorizzatori; 
  3. rispettare l’ambiente che ci circonda evitando di gettare imballaggi e prodotti in plastica, e in  generale qualsiasi tipologia di rifiuto, direttamente nell’ambiente. È fondamentale impegnarsi per un corretto smaltimento dei rifiuti anche in viaggio, in spiaggia, in montagna o in qualsiasi ambiente naturale, utilizzando gli appositi cestini (dove disponibili) o raccogliere e separare i rifiuti per smaltirli in un secondo momento in apposite isole ecologiche o nei punti di smaltimento più vicini; 
  4. scegliere prodotti realizzati con fonti di energia rinnovabile: la produzione dovrebbe essere il più possibile sostenibile, ad esempio tramite l’utilizzo di energia solare, per ridurre al minimo sprechi ed emissioni. Anche scegliere di approvvigionarsi localmente, evitando merci trasportate via aereo può essere un buon modo per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti durante il loro intero ciclo di vita. 

Quali plastiche sono riciclabili?

Il termine generico “plastica” non si riferisce a un singolo materiale, ma a un vasto assortimento di materiali plastici, sintetici o semisintetici, utilizzati per svariate applicazioni. Ogni tipologia di materiale plastico si distingue per composizione, caratteristiche e ambiti di utilizzo specifici. Una corretta selezione e divisione dei diversi materiali plastici è quindi fondamentale per garantire la possibilità di pervenire all’effettivo riciclo. Un imballaggio in plastica è considerato riciclabile se è progettato per avere una seconda vita e se i processi di raccolta e riciclo si dimostrano realizzabili ed efficienti. I diversi tipi di plastica riciclabile sono facilmente riconoscibili grazie ad uno specifico logo di riciclaggio, di solito un triangolo che contiene al suo interno un numero da 1 a 7. Tra i polimeri plastici riciclabili più diffusi nel mondo degli imballaggi troviamo: 

  • PET o polietilene tereftalato, una resina termoplastica trasparente e resistente che appartiene alla famiglia dei poliesteri, molto utilizzata per la produzione di bottiglie, vaschette e blister, ma anche film, contenitori ed imballaggi di vario tipo; 
  • polietilene ad alta densità (HDPE), una delle più comuni materie plastiche, utile per la produzione di flaconi di detersivi o alimenti e tappi in plastica; 
  • PVC o cloruro di polivinile, una termoplastica largamente utilizzata nel settore dell’edilizia (per la produzione di tubi o serramenti) e in quello degli imballaggi per la realizzazione di pellicole per imballi; 
  • polietilene a bassa densità (LDPE), una termoplastica che appartiene alla famiglia dei polietileni (cioè dei polimeri ricavati dalla polimerizzazione dell’etilene). Per le sue specifiche caratteristiche, come l’estrema leggerezza, duttilità e flessibilità, trova applicazione soprattutto nella produzione di film, pellicole, sacchetti e buste utilizzabili in svariati settori; 
  • polipropilene (PP), una materia termoplastica utilizzata per moltissimi oggetti di uso comune, come articoli casalinghi e giocattoli, ma anche per diverse tipologie di imballaggi come barattoli, flaconi e film per imballaggio automatico; 
  • polistirolo (PS), utilizzato per la realizzazione di stoviglie monouso o imballaggi. Il polistirolo espanso, in particolare, viene utilizzato per imballaggi e di manufatti isolanti o fonoassorbenti nel settore edile; 

Tutti gli altri tipi di plastiche e le loro combinazioni (ad esempio gli imballaggi formati da diversi tipi di materie plastiche) non presentano un codice specifico e vengono generalmente raggruppati nel codice 7. A causa della loro eterogeneità e dalla varietà di applicazioni a cui sono destinate, queste tipologie di imballaggi non vengono destinate direttamente al riciclo, ma rimangono nella frazione residua e quindi avviate al recupero energetico. Tra i polimeri utilizzati per produrre imballaggi che non presentano un codice di riciclo specifico rientrano, ad esempio, il polimetilmetacrilato (PMMA) e il policarbonato (PC)

Plastica riciclata: da rifiuto a nuova risorsa

Se riuscissimo a smaltire e riciclare correttamente tutta la plastica prodotta, trasformandola in nuova materia prima e reimettendola nel ciclo produttivo, l’impatto ambientale sarebbe notevolmente ridotto, non solo in termini di consumo di risorse ed energia, ma anche di inquinamento dovuto alla dispersione di plastiche e microplastiche nell’ambiente. Nel mondo, la percentuale di rifiuti plastici avviati al riciclo è ancora piuttosto bassa, ma, negli ultimi anni, in Italia ci sono stati notevoli segnali di miglioramento e la quantità di imballaggi in plastica riciclata è cresciuta progressivamente negli ultimi anni. 


Secondo i dati trasmessi da Corepla (il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) nel Rapporto di Sostenibilità annuale, nel 2020 sono state consumate 1.913.914 tonnellate di imballaggi in plastica (di pertinenza Corepla) e ne sono state recuperare 1.820.270 tonnellate, cioè il 95%. Di queste, il 47% degli imballaggi in plastica è stata destinata al riciclo e il 48% al recupero energetico. L’aumento del riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica ha permesso quindi un notevole risparmio sull’utilizzo di materia prima vergine (con 458.000 tonnellate risparmiate nel 2020, a fronte di 436.000 nel 2018) e di energia ( 9472 Gigawattora risparmiati nel 2020). 


La maggiore disponibilità di materia prima riciclata ha portato anche a una considerevole riduzione delle emissioni di CO2: sempre secondo Corepla, nel 2020 sono state evitate circa 900 mila tonnellate di CO2eq. Vanno considerati, inoltre, anche i benefici dal punto di vista del recupero energetico e di energia elettrica ed energia termica effettivamente prodotta (91 GWh e 183 Gwh, rispettivamente, nel 2020).

L’impegno di Plastisac per una maggiore sostenibilità ambientale

Plastisac lavora da sempre per migliorare la sostenibilità dei processi aziendali e si impegna nello sviluppo di prodotti in polietilene a basso impatto ambientale, collaborando anche con clienti e fornitori per promuovere filiere virtuose nella gestione dei rifiuti e sistemi efficienti di raccolta e riciclo dei rifiuti in plastica. 


Oltre a garantire la qualità e la tracciabilità di ogni imballaggio realizzato, è stata una delle prime aziende del settore a impegnarsi per la riduzione della Carbon Footprint (cioè le emissioni di CO2 generate durante l’intero ciclo di vita di un prodotto) dei sacchetti in plastica utilizzati per la raccolta dei rifiuti, e ad ottenere la certificazione Systematic Approach per validarne il sistema di gestione. 

Grazie alle numerose iniziative rivolte a una maggiore sostenibilità e ad un attento controllo di ogni fase del processo produttivo, in dieci anni, a partire dal 2011, Plastisac ha ridotto di 500 tonnellate la produzione di CO2 (corrispondenti a circa 2000 alberi piantati ogni anno) ed è oggi in grado di proporre sacchetti realizzati interamente in plastica riciclata, che presentano un impatto inferiore rispetto ai sacchetti realizzati con materia prima vergine. 


I sacchetti realizzati da Plastisac con plastica riciclata post-consumo sono 100% ecosostenibili, presentano proprietà tecniche molto simili a quelle dei sacchetti prodotti con materia prima vergine e permettono di ridurre notevolmente le emissioni di CO2, che nel ciclo di vita della plastica sono legate principalmente all’approvvigionamento e alla lavorazione delle materie prime e al fine vita. Nel 2022 si è così arrivati ad una riduzione di CO2 del 50% (materie prime) per ogni sacchetto, in riciclato, prodotto. 

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