Plastica riciclata: da rifiuto a nuova risorsa
Se riuscissimo a smaltire e riciclare correttamente tutta la plastica prodotta, trasformandola in nuova materia prima e reimettendola nel ciclo produttivo, l’impatto ambientale sarebbe notevolmente ridotto, non solo in termini di consumo di risorse ed energia, ma anche di inquinamento dovuto alla dispersione di plastiche e microplastiche nell’ambiente. Nel mondo, la percentuale di rifiuti plastici avviati al riciclo è ancora piuttosto bassa, ma, negli ultimi anni, in Italia ci sono stati notevoli segnali di miglioramento e la quantità di imballaggi in plastica riciclata è cresciuta progressivamente negli ultimi anni.
Secondo i dati trasmessi da Corepla (il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) nel Rapporto di Sostenibilità annuale, nel 2020 sono state consumate 1.913.914 tonnellate di imballaggi in plastica (di pertinenza Corepla) e ne sono state recuperare 1.820.270 tonnellate, cioè il 95%. Di queste, il 47% degli imballaggi in plastica è stata destinata al riciclo e il 48% al recupero energetico. L’aumento del riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica ha permesso quindi un notevole risparmio sull’utilizzo di materia prima vergine (con 458.000 tonnellate risparmiate nel 2020, a fronte di 436.000 nel 2018) e di energia ( 9472 Gigawattora risparmiati nel 2020).
La maggiore disponibilità di materia prima riciclata ha portato anche a una considerevole riduzione delle emissioni di CO2: sempre secondo Corepla, nel 2020 sono state evitate circa 900 mila tonnellate di CO2eq. Vanno considerati, inoltre, anche i benefici dal punto di vista del recupero energetico e di energia elettrica ed energia termica effettivamente prodotta (91 GWh e 183 Gwh, rispettivamente, nel 2020).