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21 novembre 2022

Quando il packaging è sostenibile?

Packaging e ambiente: tutto quello che c’è da sapere sul packaging sostenibile

Il problema dell’inquinamento ambientale e dello smaltimento dei rifiuti è sempre più discusso. L'utilizzo di imballaggi sostenibili è un passo importante per migliorare la qualità dell’ambiente e ridurre l’impatto dei rifiuti, che, se smaltiti in modo non corretto e dispersi nell’ambiente, possono avere conseguenze negative sugli ecosistemi terrestri e marini.

Gli imballaggi dei prodotti, nel settore food o in qualsiasi altro ambito industriale, possono essere realizzati con diversi materiali, come plastica, carta, vetro e alluminio, che possono avere un impatto più o meno importante sull’ambiente. Ma quando si parla di sostenibilità, ci sono alcune considerazioni fondamentali da tenere a mente: bisogna infatti considerare l'intero ciclo di vita dei prodotti da imballaggio - dall’estrazione delle materie prime fino al trasporto, allo stoccaggio e allo smaltimento - per decidere se sono sostenibili.


Ma di cosa parliamo esattamente quando ci riferiamo ad un packaging sostenibile? E quali fattori incidono di più sull’impatto ambientale? Scopriamolo insieme!

Quando possiamo dire che un packaging è sostenibile?

Capire quando un packaging è sostenibile è fondamentale per tutelare l’ambiente e promuovere la transizione ecologica. Nel 2020 l’Unione Europea ha adottato un nuovo Circular Economy Action Plan, fissando una serie di obiettivi da completare nei prossimi anni per un packaging più sostenibile: entro il 2030 il 100% dei packaging dovrà essere sostenibile e il 70% dei rifiuti di imballaggio dovrà essere riciclato e riciclabile, con quote diverse per singolo materiale (il 55% nel caso specifico della plastica). 


Il packaging viene definito sostenibile se è progettato e realizzato in modo tale da ridurre l’impatto ambientale e l’impronta ecologica, assolvendo comunque le sue funzioni di protezione, conservazione dei prodotti e informazione nei confronti dei consumatori. Per determinare la sostenibilità di un imballaggio è importante valutare la Carbon Footprint di Prodotto (CFP), cioè il valore (espresso in tonnellate di CO2 equivalente) che indica le emissioni prodotte durante l’intero ciclo di vita di un prodotto: dalla fase di approvvigionamento delle materie prima fino alle fasi di produzione e lavorazione, utilizzo e smaltimento. 

Un packaging sostenibile, che risponde ai criteri dell’economia circolare, deve essere anche riciclabile, quindi facilmente separabile dal flusso dei rifiuti indifferenziati (secondo le indicazioni dello standard ISO 14021). In questo modo, una volta conclusa la sua funzione primaria di protezione, conservazione e trasporto, può essere riutilizzato e reintrodotto nel ciclo produttivo come materia prima secondaria per la realizzazione di nuovi imballaggi o altri prodotti di uso comune. 

È più sostenibile un packaging in plastica o in altri materiali?

Al contrario di quello che si potrebbe pensare l’utilizzo di packaging in plastica è più sostenibile rispetto a qualsiasi altro materiale nuovo. Secondo la ricerca Climate impact of plastics condotta nel 2020 da McKinsey & Company negli Stati Uniti, infatti, l’emissione di gas serra causata dalla plastica lungo il suo intero ciclo di vita risulterebbe inferiore rispetto ad altri materiali alternativi, come vetro, alluminio e carta. La ricerca ha preso in esame cinque dei settori con più alto consumo di plastica a livello globale (imballaggio, edilizia e costruzioni, automotive, tessile e beni di consumo durevoli), prendendo poi in considerazione le 14 applicazioni più rappresentative, per le quali esistono alternative valide e utilizzabili su larga scala.


Dalla ricerca è emerso che, in 13 delle 14 applicazioni esaminate, la plastica produce minori emissioni di gas serra (dal 10 al 90% in meno) rispetto ai materiali alternativi. Anche confrontando solo le emissioni dirette del ciclo di vita dei prodotti (dalla produzione al trasporto, fino allo smaltimento a fine vita) le materie plastiche hanno comunque un impatto più basso in 9 delle 14 applicazioni. Questo è dovuto principalmente al fatto che la plastica richiede un minor consumo di energia per essere prodotta e risulta anche più efficiente in termini di peso. Di conseguenza, si presenta come una soluzione molto più sostenibile e vicina ai principi dell’economia circolare di quanto si creda.

Effetti positivi sull’ambiente nel 2021: i dati di Corepla

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica consente di ottenere diversi vantaggi e può avere risvolti positivi sulla salute dell’ambiente. Innanzitutto, permette di risparmiare sulle materie prime vergini necessarie a produrre nuova plastica: secondo i dati riportati da COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica), grazie al riciclo nel 2021 sono state risparmiate 520 mila tonnellate di materia prima vergine (pari a circa 11 miliardi di flaconi in PET per detersivi da un 1 litro). Sempre nel 2021 il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica hanno permesso anche: 

  • un risparmio in volume, in termini di discarica evitata, pari a 34.572.733 di m3  (circa 29 discariche di media dimensione); 
  • notevoli benefici dal punto di vista delle emissioni e del recupero energetico, con 42 GWh di energia elettrica prodotta e 86 GWh di energia termica prodotta (pari al consumo annuo di energia elettrica di circa 15.555 famiglie italiane); 
  • un risparmio energetico durante il processo di riciclo (che comporta un dispendio di energia inferiore rispetto alla produzione di plastica vergine) di circa 10.867 GWh (circa il 2,5% della produzione annua di energia primaria in Italia); 
  • benefici in termini di minori emissioni di gas rispetto alla materia prima vergine: nel 2021 la CO2 evitata grazie al riciclo COREPLA è stata pari a 879.000 t. 

Nel corso del 2021, COREPLA ha avviato a riciclo 722.218 t di rifiuti di imballaggi in plastica, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. La maggior parte è stata recuperata dalla raccolta differenziata urbana (684.615 t), mentre una quota minore da flussi provenienti da Commercio & Industria, raccolti attraverso piattaforme dedicate (37.603 t). Attraverso il recupero energetico, inoltre, è stato possibile rivalorizzare, sotto forma di energia e calore, 314.964 tonnellate di imballaggi. Dai dati raccolti risulta che il recupero complessivo, inteso come recupero di materia e di energia, degli imballaggi gestiti direttamente da COREPLA, ha raggiunto nel 2021 le 1.037.182 tonnellate, in crescita rispetto al 2020 (+0,4%), grazie alla spinta data dal riciclo.

Packaging innovativo e sostenibile: le soluzioni proposte da Plastisac

La sostenibilità è parte integrante della mission di Plastisac, che da sempre si impegna nello sviluppo e nella produzione di imballaggi in polietilene sostenibili e a ridotto impatto ambientale, promuovendo anche una corretta gestione del fine vita degli imballaggi e il successivo riciclo e recupero per la produzione di materia prima secondaria. Consapevole che la realizzazione di un modello di sviluppo pienamente sostenibile, rivolto alla transizione ecologica, richieda una visione integrata, Plastisac ha messo al centro della propria visione aziendale la sostenibilità, anche per quanto riguarda la gestione dei processi produttivi. Ad esempio: 

  • installando un impianto fotovoltaico per l'autoproduzione di energia green; 
  • investendo costantemente in ricerca e sviluppo e garantendo sempre la completa tracciabilità dei prodotti in polietilene;  
  • svolgendo controlli accurati e riducendo l’impatto ambientale in ogni fase del processo produttivo, dalla selezione delle materie prime fino al trasporto al cliente finale. La recente introduzione di un nuovo camion per il trasporto merci, più grande e di una classe di inquinamento migliore rispetto al precedente, ha permesso infatti di ottimizzare anche le operazioni di trasporto, riducendo i tragitti intermedi e l'impatto sull’ambiente in termini di emissioni;  
  • offrendo prodotti e imballaggi in plastica sempre più sostenibili e applicabili all’interno di un processo di economia circolare, riciclabili al 100% e, per alcuni settori, derivanti da materie prime riciclate da pre o post consumo; 
  • ottenendo diverse certificazioni, come la certificazione Carbon Footprint Systematic Approach (UNI EN ISO 14067), che ha permesso di validare il sistema di gestione per la Carbon Footprint di prodotto, cioè l'analisi dell’impronta di carbonio del ciclo di vita di ogni prodotto realizzato dall'azienda. La determinazione dell’impatto di ciascun imballo permette lo studio, in collaborazione con il cliente, di soluzioni sempre meno impattanti per l’ambiente;
  • promuovendo lo sviluppo di filiere virtuose nella gestione dei rifiuti per la raccolta di materia prima secondaria riutilizzabile per la produzione di nuovi imballaggi.
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