Nel caso del polietilene, ad esempio, il processo di selezione comprende la separazione del polietilene ad alta densità (HDPE) e del polietilene a bassa densità (LDPE) da altri tipi di plastica. Questa operazione può avvenire attraverso l'utilizzo di tecnologie avanzate, come separatori ottici o ad induzione magnetica, che consentono di identificare e separare i diversi tipi di polimero in base alle loro caratteristiche fisiche e chimiche. Una volta divisi, i materiali plastici vengono triturati e lavati per rimuovere eventuali impurità e contaminanti. Successivamente, vengono fusi e trasformati in granuli di plastica riciclata, pronti per essere utilizzati per la produzione di nuovi prodotti.
Secondo i dati emersi dallo studio di Plastic Consult relativi al 2022, l'industria italiana è leader in Europa nell'utilizzo di plastica riciclata. Nel 2022, il volume di plastiche riciclate in Italia è cresciuto di circa 50.000 tonnellate (+4%), raggiungendo 1,327 milioni di tonnellate. Parallelamente, si è registrata una diminuzione del 4,5% dei consumi di plastiche vergini, con un notevole risparmio di materia prima vergine e una conseguente riduzione delle emissioni di CO2. Sempre nel 2022, il tasso di impiego di plastica riciclata ha raggiunto il 21,5%, con un potenziale di crescita ulteriore del 10%. Tra i materiali più utilizzati, il polietilene (ad alta e bassa densità) raggiunge la quota più alta, seguito dal polipropilene con il 26%.