Telephone+39 0376 391192

25 maggio 2022

Carbon Footprint: come valutare l'impatto ambientale di un sacchetto

Calcolo della Carbon Footprint per un packaging più sostenibile

Ridurre le emissioni di gas serra è fondamentale per preservare la salute del nostro pianeta e costruire un futuro più sostenibile. Uno degli indicatori più importanti per misurare l’impatto di organizzazioni, prodotti e servizi sull’ambiente e sul clima è la Carbon Footprint, l’impronta di carbonio

Il calcolo della Carbon Footprint nel settore del packaging consente di quantificare e gestire la quantità di anidride carbonica prodotta dalla fabbricazione e dall’uso degli imballaggi e rappresenta il primo passo verso una riduzione delle emissioni e una maggiore sostenibilità ambientale. 


Ma cos’è nello specifico la Carbon Footprint? E come si calcola? Scopriamolo insieme. 

Cos’è la Carbon Footprint e perché è importante conoscerla

Per valutare e quantificare l’impatto ambientale è importante capire, innanzitutto, che cos’è la Carbon Footprint. L'impronta di carbonio è una misura dell'impatto ambientale di un prodotto, di un’attività o di un servizio sull'ambiente in termini di emissioni di gas serra, cioè i gas che, se rilasciati nell’atmosfera in quantità massicce, possono avere effetti negativi sul clima e sull’ambiente, provocando il surriscaldamento globale. È il caso, ad esempio, dell'anidride carbonica (CO2), ma anche di altri gas, come metano e protossido di azoto. 

La Carbon Footprint viene espressa generalmente in tonnellate di CO2 equivalente, cioè prendendo come riferimento per tutti i gas serra l’effetto causato dal principale di essi, l’anidride carbonica (o biossido di carbonio), calcolato durante l’intero ciclo di vita del sistema in analisi.

L'impronta di carbonio tiene conto delle emissioni di CO2 dirette e indirette: 

  • le emissioni dirette sono le emissioni di CO2 che provengono direttamente dalle attività di un’azienda, come l'uso di energia elettrica o il gas per il riscaldamento; 
  • le emissioni indirette sono le emissioni di CO2 che non provengono direttamente dalle attività di organizzazioni o aziende, ma che sono strettamente collegate, come le emissioni di CO2 generate dalla produzione di beni o servizi che l'azienda utilizza

La Carbon Footprint di Prodotto (CFP), in particolare, considera le emissioni prodotte durante l’intero ciclo di vita di un prodotto: dalla fase di approvvigionamento delle materie alle diverse fasi di produzione e lavorazione, fino alla realizzazione del prodotto finito e al suo utilizzo e smaltimento. 

Come calcolare la Carbon Footprint

Come anticipato, calcolare la Carbon Footprint di un prodotto significa determinare il valore delle emissioni di gas serra analizzando tutte le operazioni compiute durante il suo ciclo di vita. Il calcolo dell’impronta di carbonio deve tenere conto di tutte le fasi della filiera, a partire dall’estrazione delle materie prime, fino allo smaltimento dei rifiuti secondo l’approccio del Life Cycle Assessment (o analisi del ciclo di vita).

Nel settore del packaging, per calcolare l’impatto ambientale di un sacchetto o di altri imballaggi, è necessario analizzare a quantificare i gas prodotti durante i processi di: 

 

  • produzione, che include la selezione delle materie prime e tutti i processi di progettazione, lavorazione, creazione e trasformazione del packaging in prodotto finito; 
  • trasporto, considerando sia il trasporto delle materie prime al sito produttivo o ad eventuali magazzini, sia la consegna del prodotto finale al cliente; 
  • utilizzo, a seconda, ad esempio, che gli imballaggi siano riutilizzabili o monouso; 
  • smaltimento e/o riciclo, che comprende la gestione dei rifiuti una volta terminato il ciclo di vita dei prodotti e l’eventuale riciclo in appositi impianti per dare vita a nuovi prodotti. 

 

Per calcolare correttamente la Carbon Footprint si devono valutare le emissioni complessive dei gas serra convertite in CO2 equivalente (CO2 eq). I parametri per la conversione sono stabiliti dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Come ridurre la Carbon Footprint

Diversi studi hanno dimostrato che la plastica ha un’impronta di carbonio più bassa rispetto ad altri materiali come il vetro, l’alluminio o la carta. L’uso di plastica riciclata, in particolare, può avere un impatto positivo sulle emissioni di carbonio: i sistemi di riciclo che producono materie plastiche riciclate generano infatti meno emissioni rispetto ai tradizionali processi di estrazione delle materie prime. 


Integrare una maggiore quantità di plastica riciclata all’interno di prodotti e imballaggi (come l’utilizzo di PE rigenerato nel caso dei sacchetti di plastica) può quindi essere un modo efficace per ridurre la Carbon Footprint.


Anche se la plastica riciclata ha un’impronta di carbonio più bassa rispetto alle alternative tradizionali, in un’economia circolare pienamente funzionante le modalità di smaltimento e riciclo del materiale sono fondamentali per permettere una riduzione delle emissioni: per aumentare il contenuto di materiale riciclato all’interno di sacchetti e imballaggi bisogna poter disporre di una fornitura sufficiente di materiale plastico riciclato. È importante quindi che anche i consumatori contribuiscano ad un corretto riciclo della plastica attraverso una raccolta differenziata consapevole, separando i prodotti correttamente e cercando di limitare gli sprechi. 


Al fine di ridurre la Carbon Footprint, nel caso dei sacchetti di plastica utilizzati per la raccolta dei rifiuti  è utile anche prestare attenzione al livello ottimale di riempimento dei sacchetti, in modo da diminuire il numero di sacchetti impiegati e quindi anche il numero di raccolte da parte delle aziende che erogano il servizio. 

Plastisac per un packaging più sostenibile: certificazione Systematic Approach

Da oltre 60 anni Plastisac lavora nel settore della plastica sviluppando soluzioni tecnologiche alternative, dimostrando particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. L’azienda offre prodotti realizzati con plastica sostenibile e riciclabile e investe costantemente in ricerca e sviluppo per favorire l’immissione sul mercato di imballaggi green e sacchetti di plastica sempre più eco-sostenibili, realizzati con polietilene riciclato e riciclabile, nel completo rispetto di precisi standard di sostenibilità.


Plastisac è stata la prima azienda italiana nel settore del packaging ad impegnarsi per la riduzione della Carbon Footprint dei sacchetti di plastica per la raccolta dei rifiuti e ha recentemente rinnovato la certificazione Carbon Footprint Systematic Approach (UNI EN ISO 14067).

Analisi dell’impronta di carbonio: sacchetti da plastica vergine e sacchetti riciclati a confronto

La certificazione Carbon Footprint Systematic Approach ha permesso di analizzare l’impronta di carbonio del ciclo di vita di ogni singolo prodotto realizzato. L’analisi si è concentrata, in particolare, sull’impatto dei sacchetti ad uso non alimentare, confrontando l’impronta di carbonio dei sacchetti ricavati da materia prima vergine con quella dei sacchetti riciclati. I dati emersi hanno evidenziato un impatto notevolmente inferiore della versione riciclata. Testando un sacchetto 20x40+3 cm utilizzato da uno dei nostri principali clienti è infatti emerso che: 

  • il sacchetto vergine (20x40 cm, spessore 25 my) ha un impatto di 20,27 g/sacchetto di CO2 equivalente; 
  • il sacchetto riciclato (20x40 cm, spessore 30 my) ha un impatto di 15,83 g/sacchetto di CO2 equivalente. 

Pur aumentando leggermente lo spessore dei sacchetti riciclati (per poter assicurare le stesse proprietà tecniche dei sacchetti ottenuti da plastica vergine), l’impatto sull’ambiente è diminuito del 21,9% considerando l’intero ciclo di vita del prodotto. Su produzioni che prevedono quantitativi molto elevati il risparmio di CO2 è quindi considerevole.

Nel caso del cliente preso in esame, in particolare, la produzione annuale di sacchetti 20x40 + 3 cm è di circa 5.000.000 pezzi annui: solo per la realizzazione di questo articolo sono state risparmiate circa 22 tonnellate di CO2 equivalenti


L’utilizzo di materia prima riciclata e l’impegno per una riduzione dell’impronta di carbonio dei sacchetti prodotti si vanno a sommare a tutti gli accorgimenti e gli investimenti effettuati da Plastisac per 
rendere le strutture aziendali e i processi produttivi sempre più sostenibili. Tra questi, l'installazione di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia e l’acquisto di certificati verdi, che negli ultimi hanno portato ad una riduzione del 15% dell’impatto dei processi produttivi.  

Condividi su